« Bassi pensieri in me non han più loco» (s. xxxiv) : Veronica Gàmbara e le altre
Anno:
2020
Tipologia prodotto:
Articolo in Rivista
Tipologia ANVUR:
Articolo su rivista
Lingua:
Italiano
Formato:
Elettronico
Referee:
Sì
Nome rivista:
L'UNIVERSO MONDO
ISSN Rivista:
2039-6740
N° Volume:
47
Editore:
Marsilio
Intervallo pagine:
1-41
Parole chiave:
Joachim Du Bellay; Veronica Gambara; petrarchismo; eterodossia; scrittura epistolare
Breve descrizione dei contenuti:
Se l’Olive di Joachim Du Bellay non ha mancato di suscitare numerose letture, tra chi vi ha visto un canzoniere neopetrarchista, chi una raccolta neoplatonica, chi ancora la parabola della vita del Cristo, molto resta da scoprire a proposito degli intertesti italiani che nutrono la raccolta, che nasce e vive poeticamente sotto il segno di Pallade (alias Margherita di Francia) e del suo albero. Tra questi, spicca «Scelse da tutta la futura gente» di Veronica Gambara, sonetto sulla predestinazione imitato dal poeta francese nel celebre sonetto CXII dell’Olive. L’articolo si interroga sulle ragioni della scelta di un modello che veicola posizioni teologiche tanto scottanti e sul filo rosso che lega Du Bellay e la poetessa bresciana, la cui famiglia a sua volta era molto vicina ai francesi. Nella seconda parte del saggio, l’analisi si amplia fino ad includere altre figure chiave per l’irradiazione del pensiero eterodosso, soprattutto membri dell’entourage di Margherita di Francia o del réseau di Correggio, con un’attenzione particolare per un’illustre donna della Riforma italiana, Vittoria Colonna, con cui la stessa Gambara intrattiene una corrispondenza poetica, a sottolineare le profonde affinità che le legano. Proprio la pratica della scrittura epistolare costituisce un ulteriore punto di contatto fra Veronica e Joachim in quanto, se nella poetessa bresciana convivono due scritture, quella epistolare e quella in versi che rimandano tuttavia l’una all’altra in un costante dialogo intratestuale che spezza le frontiere tra i generi, così Du Bellay, nei suoi sonetti romani, scrive lettere poetiche in cui il quotidiano, i realia, fanno capolino.