La ricerca prevede l'allestimento di un'edizione completa delle lettere di Scipione Maffei (1575-1655), che dovrà sostituire la pur meritoria edizione Garibotto del 1955. Il lavoro sarà articolato in quattro successive fasi principali: 1) individuazione e reperimento delle fonti manoscritte (recensio); 2) collazione sistematica di tutti i testimoni; 3) trascrizione delle fonti; 4) allestimento dell’edizione. Di fatto è possibile, e anzi probabile, che le ricerche condotte in servigio dell’edizione facciano emergere altri nuovi testimoni manoscritti da collazionare e trascrivere, e che ciò avvenga anche ad uno stadio avanzato dei lavori. Pertanto, nessuna delle fasi che precedono quella finale può, a rigore, considerarsi definitivamente conclusa, e dovrà anzi essere mantenuta aperta via via che il lavoro procede e si affina arricchendosi di dati e di risultati nuovi. Tale modus operandi, del resto, è imposto dalla mole stessa del corpus epistolare. Si pensi infatti che le lettere già edite dal Garibotto nei due volumi della ricordata edizione ammontano a ben 1348, e che i nuovi ritrovamenti venuti in luce successivamente all’edizione Garibotto e pubblicati in studi specifici sono all’incirca 200. Infine, gli inediti di cui si ha notizia certa, allo stato delle ricerche e in base ad una stima ancora approssimativa, assommano a circa 300.
Innanzitutto, dunque, si dovrà procedere alla riproduzione mediante scanner delle lettere già edite sia nell’edizione Garibotto sia nei successivi contributi a stampa. In tal modo si potrà disporre di un testo redatto in formato elettronico (files di testo), con tutti i vantaggi in termini di overwriting e modificability che il supporto informatico consente. Sarà così agevole apportare direttamente sui testi le modifiche che si renderanno necessarie tanto in fase di collazione (correzione di errori di trascrizione presenti nelle lettere già pubblicate; integrazioni di eventuali lacune; inserimento delle formule incipitarie ed explicitarie, in genere omesse nelle pubblicazioni precedenti, ecc.), quanto in fase di perfezionamento dell’edizione (uniformazione grafico-editoriale nella presentazione dei documenti, inserimento della numerazione progressiva, delle annotazioni, ecc.). La riproduzione riguarderà materiali stimabili grosso modo in circa 1700 pagine a stampa (le 1400 dell’edizione Garibotto più le almeno 300 dei contributi successivi). Evidente, pertanto, l’esigenza di disporre della necessaria strumentazione informatica (computer dotato di scanner e di programmi OCR), di cui il Dipartimento proponente è ora privo.
Inoltre, mancando all’edizione Garibotto, dovrà essere appositamente approntato un incipitario delle lettere già edite: questo strumento consentirà, in fase di recensio, di riconoscere prontamente eventuali inediti, e in ultimo potrà trovare collocazione nell’edizione critica dell’Epistolario, tra gli apparati che vi figureranno in appendice.
La recensio dovrà estendersi ovviamente a tutti i testimoni manoscritti ancora reperibili. Da questo punto di vista, la ricerca riguarderà gli originali (e/o le copie o le minute) recanti il testo di lettere finora inedite, ma non escluderà neppure, ai fini della collazione, i manoscritti di quelle già edite. Contestualmente, sarà avviato uno spoglio sistematico delle miscellanee epistolari (soprattutto nuptialia) del Sette-Ottocento veneto conservate presso la Biblioteca Civica, le quali pubblicano per lo più missive inedite di letterati locali del Settecento, fra i quali spesso di Scipione Maffei. Si tratta di uno spoglio che si rende necessario, essendosi già potuto accertare come alcuni di questi opuscoli miscellanei riportino lettere del Maffei poi sfuggite all’edizione Garibotto, e come inoltre per alcune di tali lettere non siano più reperibili gli originali manoscritti, per cui il testimone a stampa, per quanto non sempre filologicamente ineccepibile, fornisca l’unico esemplare su cui fondare l’edizione di una missiva. In questa fase la ricerca potrà giovarsi dei risultati di un ampio censimento bibliografico del materiale epistolare a stampa relativo ad autori del Settecento italiano, a cui sta lavorando, parallelamente a questo progetto, uno dei ricercatori coinvolti.
Il lavoro di collazione sarà altresì agevolato dalla disponibilità di riproduzioni (microfilm, microfiche o xerografie, fotografie) dei manoscritti individuati in fase di recensio, come nel caso della totale riproduzione del fondo epistolare maffeiano conservato presso la Biblioteca Capitolare di Verona (segn. DCCCCLXXI-VI, Maffei Scipione, Epistolario: cfr. A. Spagnolo, I Manoscritti della Biblioteca Capitolare di Verona. Catalogo descrittivo, a c. di S. Marchi, Verona, Mazziana, 1996, pp. 680-685), contenente le missive autografe del Maffei (circa 650). In tal modo si ridurranno notevolmente i tempi del lavoro di collazione, non più legati alla consultazione in loco né dunque agli orari (ridotti) di apertura al pubblico di detta Biblioteca. Nello stesso fondo si conservano anche le lettere dirette al Maffei da vari suoi corrispondenti, le quali pure sarà utile riprodurre in quanto ricche di dati preziosi per la redazione delle annotazioni storico-critiche.
Ma occorrerà parimenti procedere alla riproduzione di altre sezioni dell’epistolario manoscritto del Maffei che si conservano fuori Verona, in altre biblioteche italiane e straniere.
Peraltro, in molti casi è solo visitando direttamente la biblioteca e consultandone lo schedario che è possibile conoscere con precisione l’entità e soprattutto la segnatura delle lettere che vi si conservano, e così richiederne la riproduzione.
Si dovrà in terzo luogo procedere alla trascrizione dei testimoni. Le modalità di trascrizione saranno conformi alle indicazioni metodologiche fornite dalla più aggiornata ecdotica epistolare, oggi giustamente incline al rispetto rigoroso degli originali. In particolare, si rispetterà integralmente l’ortografia, ma un cauto e moderato ammodernamento potrà interessare i segni paragrafematici. Comunque sia, al di là dei problemi di metodo che essa comporta, la trascrizione costituisce un’operazione particolarmente delicata anche per le difficoltà di lettura che la grafia maffeiana spesso presenta; sicché può ragionevolmente prevedersi che essa, insieme con la collazione, richiederà un cospicuo impegno di tempo da parte di tutti i ricercatori coinvolti nel progetto e rappresenterà pertanto il nucleo principale della ricerca.
L’ultima fase, consistente nell’allestimento dell’edizione critica (due o tre volumi previsti), implicherà approfondite e impegnative ricerche sulla bio-bibliografia dei corrispondenti, per le quali si renderà necessaria la frequente consultazione dei repertori più accreditati, e dunque la loro disponibilità presso il Dipartimento proponente. Di queste ricerche potrà giovarsi la redazione del commento davvero esiguo, dove presente, nell’edizione Garibotto , che conterrà le osservazioni storiche, esegetiche, linguistiche, filologiche ecc. utili alla piena comprensione dei documenti e avrà luogo nelle note in calce ad ogni lettera. In testa, sarà invece data indicazione della natura (se originale, minuta o copia) e della collocazione (segnatura) della fonte manoscritta della quale ci si è serviti (o degli estremi bibliografici della fonte edita, laddove la manoscritta sia risultata irreperibile), nonché della mano che ha vergato il manoscritto, di eventuali scritte di indirizzo, delle altre precedenti edizioni avute dalla lettera, ecc.