Carlo Zoli

Foto Carlo Zoli,  March 21, 2024
Position
PhD student
Student
Ph.D. in Linguistics - 39° ciclo (October 1, 2023 - September 30, 2026)
E-mail
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Ph.D. in Linguistics - 39° ciclo (October 1, 2023 - September 30, 2026)

Doctorate research program

Lessicografia per macro-lingue marginali a difesa della diversità culturale
Aree di ricerca: lessico, sociolinguistica, lingue di minoranza, politiche linguistiche

1. Il progetto di ricerca
1.1. Lessicografia per ‘macrolingue’ e ‘sistemi linguistici gerarchizzati’
Ovviamente non si intende qui trovare la soluzione al problema del divario digitale delle lingue e delle comunità marginalizzate, ma si avanza una proposta di progetto che potrebbe dare ad esse qualche spiraglio di ripresa. Il primo passo sarà la ricerca e lo sviluppo specifico di uno strumento (e sopratutto una metodologia) per lo studio, la digitalizzazione e la ricerca lessicografica delle cosiddette ‘macrolingue’ (ossia lingue “ombrello” nel senso definito qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Macro-lingua, consultato il 0/05/2023)

1.1.a. Il vocabolario: primo strumento necessario per la presenza digitale
In un’ottica sia di corpus planning sia di status planning (Dell’Aquila/Iannàccaro 2004), la redazione di un vocabolario è un’operazione preliminare fondamentale. Infatti:
- una buona parte della presenza digitale di una lingua passa per la forma scritta, o per quella forma ibrida tra scrittura e oralità che è d’uso nei social media e nella messaggistica, dove, comunque, una certa stabilizzazione dell’ortografia è necessaria per un aumento di prestigio e per l’implementazione di motori di ricerca;
- un vocabolario sistematico interdialettale (per sistemi ancora non koinesizzati) consente il recupero del lessico tradizionale, deposito proprio di quella specificità culturale che è in maggiore pericolo, e anche la successiva messa in opera di strumenti come correttori, sistemi di autocompletamento, traduttori, ecc.

1.1.b. La necessità di mostrare l’unità nella diversità nei macro-sistemi non normalizzati
Il web è pieno (si veda Telmon 2013, in un articolo di 10 anni fa, il che fa supporre che la la rete descritta allora oggi sia ancora più affollata e caotica) di dizionari di ‘piccole lingue’ o di banche dati di lessico/espressioni culturali/toponimia tradizionale realizzate da semplici amatori o semi-professionisti, che trattano le micro-varietà come fossero lingue a sé stanti, e perdono di vista la coerenza e la ricchezza interna dei sistemi.

In altre parole, realizzare un vocabolario del dialetto di Ostana (CN), autonomamente, svincolato dal sistema occitano, va esattamente nella direzione opposta a quella qui auspicata, ossia la tutela di una diversità linguistica (e culturale) che, pur minoritaria, deve percepirsi come degna, altra, strutturata, e non puramente marginale e sconfitta, come invece inevitabilmente diverrà se non inserita in un sistema.

Anche perché, appena si approfondisce l’analisi di una parlata locale nel suo sistema, si scopre facilmente la rete di lemmi etimologicamente affini (“cognati”) e le affinità nelle espressioni polirematiche. Come spiega bene Tournadre 2014 a proposito dei dialetti tibetani, c’è tutto un mondo di sfumature e di ricchezze che si notano solo guardando il sistema nel suo complesso. Esistono concetti uguali espressi da cognati prevedibili, ma che spesso hanno anche significati specifici locali. Per fare un esempio, in quello che è un punto di riferimento metodologico per questo tipo di lessicografia, ossia il Lessico della Svizzera italiana, un lemma come ‘fögh’ fuoco, a fronte di una ventina di realizzazioni fonetiche e una dozzina di significati condivisi (fuoco, focolare, al pl. fuochi artificiali, ecc.) ne ha decine di altri solo areali (ad es. fiammifero in tutto il Sottoceneri) e puramente locali (acquavite a Grancia).

1.1.c. Attuali strumenti di lessicografia digitale
Allo stato attuale delle conoscenze di chi scrive, esistono in rete vari sistemi, anche aperti, per la realizzazione di vocabolari per ‘piccole lingue’, ma nessuno con un’impostazione di sistema: le varietà sono tutte sullo stesso piano. Per fare un esempio italiano di una cultura minoritaria, minorizzata e linguisticamente di enorme interesse, un vocabolario della variante sarda di Orosei (inserita in realtà nel sistema dei dialetti baroniesi, a loro volta in quelli sardo-centrali, a loro volta nel sistema sardo) dovrebbe essere trattato come se fosse un vocabolario di una grande lingua standard, come, per dire, il russo. Questo pone un limite metodologico insormontabile.

1.2. Necessità di formalizzare il metodo, dal punto di vista informatico e redazionale
Il candidato ha progettato e formalizzato, oltre ad aver diretto lo sviluppo della parte software,  varie decine di progetti lessicografici minoritari, molti dei quali riferiti a macro-lingue areali, sub areali e punti d’inchiesta locali. Si veda e Lurà/Moretti/Zoli 2010, Zoli 2013 e Videsott/Zoli 2023, in cui questi concetti sono illustrati in maggior dettaglio.

Gli scopi finali della ricerca sono, da un punto di vista scientifico:
- formalizzare una metodologia coerente di ‘lessicografia alberizzata di macro-lingue’, ricercando la letteratura in materia e riordinando le decine di esperienze già in rete, molte realizzate da chi scrive ma senza aver potuto dare una veste del tutto coerente e unitaria al metodo, che si è sviluppato in modo spontaneo, pur avendo dato frutti eccellenti. Creare una terminologia condivisa per quel che riguarda le varianti locali e areali, i significati generali / areali / locali, i geosinonimi, i para-cognati (stesso etimo remoto, diverso etimo immediato), il tutto in una cornice teorica coerente e documentata dalla letteratura.

1.3. Assenza attuale di uno strumento open per opere lessicografiche di macro-lingue
Dal punto di vista socio-culturale, per la difesa della diversità e della marginalità culturale, intendiamo:
- dotare di documentazione, di strumenti di facile installazione, di sito web di supporto queste lingue, facendo diventare l’attuale sistema di lessicografia gerarchica di Smallcodes uno strumento aperto, il primo nel suo genere a poter colmare un gap fondamentale che gli esistenti sistemi di lessicografia digitale ‘a lingua singola’ visti sopra non colmano, anzi allargano.

Doctorate reference figure
Prof. Paul Videsott
PhD Tutors
Prof.ssa Birgit Alber
Curriculum

Laureato, ormai molti anni fa, in Ingegneria Elettronica con specializzazione in modelli matematici per l'automazione, mi sono negli ultimi anni dedicato alla linguistica computazionale, con particolare interesse per la dialettologia, la sociolinguistica delle lingue minoritarie, la politica linguistica a difesa della diversità culturale e la lessicografia computazionale per le lingue 'meno documentate'. Dopo aver lavorato per oltre un quindicennio in questo campo con incarichi di taglio più tecnico / professionale, ho deciso di dedicarme in questa fase matura della mia vita a dare una impostazione teorica rigorosa e scientifica a lavori e esperienze fatte finora soprattutto sul  campo.
Ho lavorato a progetti lessicografici in una trentina di diverse lingue / varianti, ad oggi. Tra cui quasi tutte le minoranze linguistiche italiane riconosciute, e alcune lingue poco documentate, tra cui il rromanì.

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