Partendo dall’analisi della nozione di malattia e dello status, sociale e naturale, del malato tra la fine del Cinquecento e la fine del Seicento, il progetto si propone di rintracciare e indagare le intersezioni tra il discorso culturale e quello più propriamente letterario sulla malattia e sulla cura all’interno di varie opere inglesi, con particolare riguardo alla trattatistica e al teatro. Nello specifico, si ripercorrerà il formarsi del concetto di malattia come patologia psico-fisiologica che esita in procedure di alienazione e/o marginalizzazione sociale, ma che progressivamente si avvia a una graduale riconfigurazione nell’idea di malato come paziente, che preannuncia nuovi approcci di indagine medica. Saranno quindi esaminate in stretta connessione le figure della malattia ‘mentale’, ossia del folle (‘naturale’ e ‘artificiale), e quelle della malattia fisica, fonte originaria di ogni traviamento dalla norma della ‘sanità spirituale’.