Una principessa di frontiera : poesia, politica e religione alla corte di Margherita di Francia, duchessa di Savoia.

Data inizio
1 ottobre 2008
Durata (mesi) 
24
Dipartimenti
Lingue e Letterature Straniere
Responsabili (o referenti locali)
Gorris Rosanna
URL
Dipartimento di Romanistica
Parole chiave
storia, religione, letteratura

Programma di ricerca

L’obiettivo della ricerca consiste nella preparazione e nella pubblicazione di una monografia, in lingua francese, il cui titolo sarà:

“Sotto un manto di gigli di Francia”: poesia, politica e religione alla corte di Margherita di Francia, duchessa di Savoia.

Nel volume, che sarà pubblicato nella collezione THR presso la casa editrice Droz di Ginevra, verrà ricostruito l’ambiente di Corte (intellettuali, scienziati, alchimisti, artisti, musicisti, filosofi e, naturalmente, scrittori e poeti), la nascente Università di Mondovì (prima) e di Torino (poi), gli stampatori (Bevilacqua, Torrentino, Farina …) nonché le importanti relazioni culturali e politico-diplomatiche tra la duchessa, consorte Emanuele Filiberto di Savoia, con la Francia e con i paesi riformati. Verrà, infatti, alla luce delle nuove ricerche sulla Riforma in Italia, approfondito il suo ruolo di mecenate e di protettrice di poeti e di intellettuali francesi in esilio e la sua lotta in favore delle popolazioni delle valli valdesi (Trattato di Cavour, 1561). Oggetto dell’attenzione critica saranno, tuttavia, in considerazione delle nostre competenze, soprattutto le opere dei principali poeti e scrittori che fecero della sua Corte un centro importante di cultura, ma anche un rifugio sicuro per gli intellettuali francesi “en rupture de ban”, perseguitati ed esiliati per le loro idee religiose. Tra le tante figure analizzate segnaliamo alcuni nomi particolarmente significativi in campo letterario come in campo giuridico e scientifico:

- Jacques GREVIN, importante poeta riformato che morì a Torino (1570) dove soggiornava in qualità di medico di Margherita; la relazione tra la Gelodacrye, di Grévin e l’opera di Du Bellay, altro poeta che dedicò un’ampia parte della sua produzione a Margherita; l’analisi dei suoi sonetti romani; è in progetto inoltre, per la collezione “Société des Textes Français Modernes”, l’edizione della Gelodacrye;
- Bartolomeo DEL BENE, autore di numerosi Odi (molte ancora inedite) dedicate alla duchessa nonché di un’opera di carattere filosofico e utopico, la Civitas Veri di cui abbaimo ritorivato il Ms. in Germania;
- Claude DE BUTTET, poeta savoiardo autore di un canzoniere, l’Amalthée, e di altre importanti opere poetiche, poco studiate fin’ora;
- Antoine de CHANDIEU, poeta riformato, autore di una raccolta di Octonaires di cui abbiamo ritrovato alla Houghton Library una prima versione Ms.;

A questi autori si aggiunge una pleiade di autori italiani, ferraresi, piemontesi, savoiardi, poeti di circostanza, storiografi e scienziati, che tessono un affresco prezioso delle intricate vicende dei rapporti franco-italiani nel corso del Cinquecento. L’analisi di Corti alternative, guidate da donne di elevata cultura e di grande personalità, come quelle di Renata e di Margherita di Francia, si rivela una preziosa chiave di lettura di due culture a confronto; tra incontri e scontri, tra luci e ombre, tra feste e tragedie, tra i bagliori delle Corti e quelli dei roghi, nascono grandi opere e emergono valori universali quali la tolleranza, filo rosso ideale che univa le due principesse francesi in Italia, la cui grandezza non sfuggì al Tasso che scrisse: “Chi vorrà anco nelle donne Heroiche non sol la virtù dell’azzione, ma quella della contemplazione, si rammenti di Renata di Ferrara, e di Margherita di Savoia” (Discorso della virtù femminile e donnesca, Venezia, Giunti, 1582, f. 7 v.).

Margherita di Francia si fece promotrice di esperienze innovative, frutto della cultura rinascimentale più matura, che andava oltre la venerazione dell’antico e perseguiva consapevoli progetti di rinnovamento. La principessa assunse in campo religioso, in un’epoca e in un clima così tormentati, posizioni di grande apertura e tolleranza e per tutta la vita essa ispirò i suoi comportamenti a un ideale di profondo e convinto umanesimo, che le veniva dettato dalla sua formazione (educata da Margherita di Navarra e da du Chatel) e rafforzato dalle sue amicizie, e che essa traduceva nelle scelte concrete. Si accentuò negli anni, come sottolinearono gli osservatori qualificati, la separatezza (corte isola) della corte di Margherita e, più in generale, della duchessa stessa e del suo mondo di servitori e di fedeli. L’ambasciatore veneto Francesco Morosini, che scrive nel 1570, ci ha lasciato la rappresentazione più efficace della separazione fra il mondo del duca e quello della duchessa: “Tiene l’altezza sua una corte in tutto e per tutto separata da quella del signor duca, e se bene mangia alle volte con sua eccellenza, che però sono rare, si fa servire dalli suoi servitori e di vivande preparate nella sua cucina, come fa anco il medesimo signor duca; e non solamente quando mangiano lor due soli, ma anco quando si fanno banchetti, per causa o di nozze o di altre occasioni, il signor duca e lei si servono di vivande appartate l’uno dall’altro, e si presentano insieme come se fossero persone strane; e questo fanno per maggior grandezza.” Una corte – intesa nel senso proprio e autentico di “casa” – composta quasi interamente di francesi. La peculiarità della corte francese di Margherita era però quella di contare fra i suoi membri uomini e donne che professavano notoriamente la fede riformata: e questo rinvia naturalmente al problema del suo atteggiamento in ambito religioso e delle conseguenze che ne derivarono. Gli storici hanno espresso opinioni contrastanti, chi rivendicando l’ortodossia di Margherita, chi assegnandola senza esitare al campo calvinista. Negli anni più recenti, si è fatta strada la convinzione che la sua fosse una religiosità nello stesso tempo più profonda e meno riconducibile a una precisa definizione confessionale. Si è parlato di una fede ispirata a un ampio e tollerante latitudinarismo, aliena dal condannare e dal perseguitare per motivi di religione e avvicinabile alle posizioni di chi, come il suo amico e protetto Michel de L’Hôpital, intendeva far valere le ragioni superiori della convivenza civile.

Indice del volume


“Sotto un manto di gigli di Francia”:
poésie, éthique et politique à la Cour de Marguerite de France, duchesse de Savoie,
princesse de frontière



Introduction

1. « L’olive de l’Europe, et l’effroy d’Ignorance »: l’Olive de Du Bellay et les poètes de Pallas


2. En voyage vers Nice : Michel de l’Hospital, “celuy que j’ayme, honore et estime comme mon pere et milieur ami”


3. Un château, une princesse vertueuse et un philosophe : la Città del vero de Bartolomeo del Bene (Rivoli, 1565)


4. «Pia ricevitrice di ogni cristiano»: la Cour de Marguerite à Turin, entre exil et résistance


5. Offrir une gerbe de poèmes à Marguerite: le recueil Rochefort et ses poètes

6. Le Chant du Cygne : Jacques Grévin poète, médecin et savant entre Elisabeth et Marguerite


7. La Muse desrobée : les Pastorales sur le baptesme de Charles Emmanuel (1568)


8. “Le haut Savoir que nature conserve”: Jacques Peletier, poète de La Savoye (1572)


9. Sous le signe de Paracelse : Gohory et Marguerite, entre musique et roman


10. « Legge volentieri le cose della scrittura sacra” : à la recherche de la bibliothèque perdue de Marguerite


11. Dialogues savants : Giovanbattista Giraldi Cinthio et Torquato Tasso, entre Ferrare et Turin


12. Le sourire de Marguerite : Tombeaux de papier


Appendices



Partecipanti al progetto

Rosanna Gorris
Professore ordinario
Aree di ricerca coinvolte dal progetto
Letteratura francese e letterature francofone
Romanic literature: French

Attività

Strutture

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