Le varietà dialettali sopravvissute in un contesto di isolamento sono di solito considerate varietà con caratteristiche conservative da un lato e con innovazioni "atipiche", che non si riscontrano in altre lingue limitrofe o genealogicamente affini,dall'altro. La comparazione diacronica tra i dialetti tedescofoni attestati in area veneta (Cimbro e Sappadino) e le fasi più antiche delle lingue germaniche (antico altro tedesco, anglosassone e antico nordico) è quindi essere particolarmente illuminante per discernere quali proprietà siano effettivamente conservative e quali siano, per l'appunto, innovative e/o atipiche. D'altro canto solo la comparazione sincronica fra varietà dialettali caratterizzate da una matrice comune e dalla sopravivenza in un contesto di isolamento linguistico soggetto a condizioni anologhe (se non identiche), come è per l'appunto il caso del dialetto cimbro e del dialetto sappadino, ci permette di individuare le linee di sviluppo comuni (imputabili alla condizione di isolamento in senso lato) e tratti distintivi o peculiari (atipicità in senso stretto). La nostra attenzione si concentrerà in particolare su alcuni fenomeni morfo-sintattici: a) la conservazione della restrizione concernente le seconda posizione del verbo flesso (V2); b) il rapporto fra forma del pronome (forma forte o libera versus forma debole o clitica) e posizione occupata nell'ambito della frase (posizione pre- o post-verbale; posizione di focalizzazione).