L’opera di Fernando de Rojas (1499) ha dato luogo, come è noto, a uno dei primi fenomeni editoriali della Spagna moderna: una cospicua serie di edizioni del testo originale che si susseguono in breve tempo, contemporanee traduzioni in tutta Europa e, inoltre, rifacimenti e continuazioni dell’opera che arrivano a coprire più di un secolo e che transitano attraverso vari generi letterari: teatro, poesia, romanzo, romanzo dialogato. Se la maggior parte di queste “continuazioni”, recensite nel fondamentale studio di P. Heugas, “La Celestine” et sa descendance directe (1973), appartengono alla letteratura di intrattenimento, non mancano le rivisitazioni “colte” come quella di Lope de Vega che nella Dorotea, pubblicata nel 1631, realizza un gioco squisitamente letterario.
La ricerca intende mettere in luce proprio l’evoluzione di alcuni temi tipici del genere “celestinesco” (ad es.: mal d’amore, parodia dell’amore cortese, dalla magia all’astrologia, la figura della mezzana, convivialità e letteratura
) nel passaggio dall’ipotesto a un’opera della maturità di Lope.