Dal punto di vista glottodidattico, la ricerca in ambito ELF vede una messa in discussione di vari concetti, da quello del parlante nativo come unico modello di riferimento, sia in termini linguistici che culturali, all’appropriatezza di prassi glottodidattiche incentrate primariamente – se non unicamente – sul modello del parlante nativo e sull’accuratezza linguistica piuttosto che su approcci che tengano conto sia della pluralità in cui l’inglese si è sviluppato (WE) che del suo ruolo di lingua franca (ELF) di comunicazione internazionale. Gran parte delle interazioni in cui l’inglese ha la funzione di lingua franca di comunicazione avviene infatti sempre più in contesti interculturali, tra parlanti di diverse L1, che mettono in atto strategie di interazione e comunicazione orientate all’intelligibilità, alla co-costruzione del significato e alla comunicazione efficace più che alla norma, in cui le diverse identità linguistico-culturali giocano un ruolo importante.
Le implicazioni della ricerca nel campo dei WE e, in particolare, dell’ELF in ambito glottodidattico sono molteplici, soprattutto in termini di syllabus e material design, oltre che di teacher education. L’inclusione nelle pratiche didattiche di materiali e atteggiamenti che promuovano lo sviluppo della consapevolezza della pluralità della lingua inglese oggi, oltre che dei modificati contesti d’uso dell’inglese come lingua franca, e quindi della necessità di una particolare attenzione allo sviluppo della competenza comunicativa e interculturale, sono infatti punti importanti per una glottodidattica che sia WE- e ELF-informed.
Verrà proseguita la ricerca relativa l’analisi di materiali per l’insegnamento/apprendimento della lingua inglese nell’ottica sopra delineata, anche in ottica comparativa con materiali prodotti in Turchia, in collegamento al Cooperint Azione 3 (febbraio -maggio 2016).
Spese previste per missioni: 3000 €