аЯрЁБс > ўџ 2 4 ўџџџ 1 џџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџьЅС q` №П bjbjqPqP . : : џџ џџ џџ Є М М М М М М М а а Ж @ @ @ @ @ @ @ @ $ Ы h 3 B К М @ @ @ @ @ К М М @ @ Я h h h @ М @ М @ h @ h h М М h @ 4 рcLФ](Щ @ h х 0 h u @ ( u h u М h , @ @ h @ @ @ @ @ К К h @ @ @ @ @ @ @ а а а D а а а а а а М М М М М М џџџџ LA COMMEDIA 1. Il lettore modello della Commedia Parlo della Divina Commedia di Dante Alighieri. E ve ne parlo pensando al suo lettore modello (che dobbiamo sforzarci di diventare) che era un uomo del Medioevo, il quale fermamente credeva che il nostro pellegrinaggio terreno dovesse culminare in quel momento di estasi suprema che ш la visione di Dio. Ma questo lettore avvicinava il poema dantesco come unopera di narrativa, e aveva ragione Dorothy Sayers quando, presentando al lettore inglese il poema che aveva tradotto, gli raccomandava di leggerlo dal principio alla fine arrendendosi al vigore della narrazione. Il lettore deve rendersi conto che sta compiendo una lenta esplorazione dei gironi infernali, attraverso il centro della terra, sino alle falde del Purgatorio, procedendo poi al di lр del Paradiso terrestre, da sfera a sfera, al di lр dei pianeti e delle stelle fisse, sino allEmpireo, per arrivare a vedere Dio nella sua piљ intima essenza. Questo viaggio non ш altro che un lungo, interminabile indugio, nel corso del quale incontriamo centinaia di personaggi, siamo coinvolti in dialoghi sulla politica del tempo, sulla teologia, sullamore e sulla morte, assistiamo a scene di sofferenza, di malinconia, di gioia e spesso desideriamo saltare per accelerare il passo, ma saltando sappiamo pur sempre che il poeta sta procedendo con maggior lentezza, e quasi ci volteremmo indietro per attendere che ci raggiunga. E tutto questo per che cosa? Per arrivare a quel momento in cui il poeta vedrр qualcosa che non ш capace di esprimere, perchщ gli cede la memoria a tanto oltraggio: Nel suo profondo vidi che sinterna legato con amore in un volume, ciђ che per luniverso si squaderna: sustanze e accidenti e lor costume quasi conflati insieme, per tal modo che ciђ chi dico ш un semplice lume. [Pd XXXIII, 85-90] Dante dice di non riuscire a esprimere quello che ha visto (anche se ci ш riuscito meglio di tutti gli altri) e indirettamente chiede al lettore di cercare di immaginare, lр dove per lui allalta fantasia qui mancђ possa. Il lettore ш soddisfatto: attendeva quel momento in cui avrebbe dovuto trovarsi faccia a faccia con lIndicibile. E per provare quellemozione era necessario il lungo e lento viaggio precedente, nel corso del quale tuttavia non si era perduto del tempo: nellattesa di un incontro che non poteva sfumare che in un abbagliante silenzio, si erano apprese alcune cose sul mondo che ш poi la miglior sorte che, nella vita, possa accadere a ciascuno di noi. [U. Eco, Sei passeggiate nei boschi narrativi. Harvard University, Norton Lectures 1992-1993, Milano, Bompiani, 1994, pp. 82-83] 2. Lidea della Commedia Ciascuna cosa massimamente desidera la sua perfezione, e in quella si queta ogni suo desiderio, e per quella ogni cosa ш desiderata. E questo ш quello desiderio che sempre ne fa parere ogni dilettazione manca; chщ nulla dilettazione ш sь grande in questa vita che a lanima nostra possa torre la sete [...] / Lo sommo desiderio di ciascuna cosa [...] ш lo ritornare a lo suo principio. E perђ che Dio ш principio de le nostre anime [...] essa anima massimamente desidera di tornare a quello. E sь come peregrino che va per una via per la quale mai non fue, che ogni casa che da lungi vede crede che sia lalbergo, e non trovando ciђ essere, drizza la credenza a laltra, e cosь di casa in casa, tanto che a lalbergo viene; cosь lanima nostra, incontanente che nel nuovo e mai non fatto cammino di questa vita entra, dirizza li occhi al termine del suo sommo bene, e perђ, qualunque cosa vede che paia in sщ avere alcuno bene, crede che sia esso. [...] Per che vedere si puђ che luno desiderabile sta dinanzi a laltro a li occhi de la nostra anima per modo quasi piramidale, che l minimo li cuopre prima tutti, ed ш quasi punta de lultimo desiderabile, che ш Dio, quasi base di tutti. [...] Veramente cosь questo cammino si perde per errore come le strade de la terra [Cv III 6 7; IV 12 14-18] + 3 4 A P N / 0 2 B ы є G n p ~ њ№шкЬкРВкІІvІlЬРВРІlІh hЎ h%eо h%eо 6: h%eо h%eо 6:CJ aJ h%eо h%eо :CJ aJ h%eо h%eо :h%eо h%eо 6:CJ aJ h%eо h%eо :CJ aJ h%eо h%eо 6:CJ aJ h%eо h%eо :CJ aJ h%eо h%eо 5:CJ aJ h%eо h%eо 5:CJ aJ h A h%eо :hWxl h%eо 6: h%eо : 4 5 e Щ M N w Л у / B C ы I l m n ї я я я я я я я у у у у у у з з я Я Я Я Я Ъ я gd%eо $a$gd%eо $\^\a$gd%eо $^a$gd%eо $a$gd%eо $a$gd%eо § ї ї ѕ $a$gd%eо , 1hА. 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