La lezione, come il ciclo “Poetica dell'adattamento”: dal verso alle arti performative in cui è inserita, prevede un approccio comparativo e interdisciplinare all’analisi del testo letterario e delle sue trasposizioni filmiche.
Particolare rilevanza acquista il discorso sulla “traducibilità” del testo artistico ai suoi vari livelli.
Il mito dell’avvelenamento di W.A. Mozart da parte del collega A. Salieri si diffuse in età romantica, all’indomani della morte di Salieri, sulla scorta di voci infondate, legate alla pazzia senile dello stesso Salieri. Fu Aleksandr Puškin a farne il soggetto per una tragedia brevissima, ma densa di significato poetico e filosofico, Mocart i Sal’ieri. Di lì, il mito dell’avvelenamento di Mozart avrebbe avuto notevole fortuna artistica.
Il cinema riprese il testo puskiniano in forme dirette e indirette. La lezione le ripercorrerà in ordine cronologico:
il film-opera Mocart i Sal’ieri 1962, regia di V. Gorikker si ispira fedelmente alla versione operistica di N. Rimskij-Korsakov;
l’episodio Mocart i Sal’eri del film Malen’kie tragedii di M. Švejcer (1979) torna al testo puskiniano, con scelte registiche narrativamente libere;
il film Amadeus di M. Forman (1984) combina, in un certo senso, il testo puskiniano con la traduzione cinematografica precedente, sfruttando con libertà il tema per dare vita ad una pellicola che soltanto nelle sue radici è legata ancora alla tragedia di Puškin.
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