La ricerca si propone di pubblicare e tradurre il “Tratado acerca de la expulsión de los moriscos” di Pedro de Valencia, opera nella quale l’autore analizza esaurientemente la questione “morisca” e individua sulla scorta di esempi storici e biblici indiscutibili ma presto dimenticate possibilità di dialogo tra mondo cristiano e musulmano.
L’opuscolo è di grande importanza in quanto scritto nel 1606, pochi anni prima dell’espulsione della minoranza di religione musulmana, già costretta durante il XVI secolo alla conversione al cristianesimo. Un’opera profondamente in contrasto con la soluzione adottata dalla Corona tra il 1609 ed il 1614, lontanissima dalle pulsioni della copiosa letteratura apologetica che cerca di giustificare come giusta la scelta del re Filippo III. Ma non è tanto l’essere voce discordante e intrigante a suscitare interesse, quanto il fatto che Pedro de Valencia è figura di primissimo piano nella vita culturale spagnola, come testimoniano, tra l’altro, l’attività di esegesi biblica che lo vede difensore della Biblia Regia del maestro e amico Arias Montano, la sua partecipazione al fecondo dibattito letterario sorto all’indomani della divulgazione di alcune opere di Góngora, le sue attente e puntuali disamine dei più incalzanti problemi economici e politici del tempo.
È nella veste di illustre intellettuale del Regno di Filippo III, e personaggio al quale sempre più spesso i potenti solleciteranno il parere, che l’autore - su istanza di Diego de Mardones, confessore del Re scrive il “Tratado acerca de la expulsión de los moriscos” cercando di conciliare le diverse culture della Spagna del tempo.