“Ricezioni classiche nel dramma del Rinascimento inglese” - PRIN 2017

“Ricezioni classiche nel dramma del Rinascimento inglese” - PRIN 2017
  martedì 11 giugno 2019
“Ricezioni classiche nel dramma del Rinascimento inglese” coordinato da Silvia Bigliazzi, docente del dipartimento di Lingue e letterature straniere, è tra i progetti  dell’università di Verona finanziati dal bando Prin 2017.
Il programma Prin è destinato al finanziamento di progetti di ricerca pubblica, allo scopo di favorire il rafforzamento delle basi scientifiche nazionali e rendere più efficace la partecipazione alle iniziative relative ai Programmi Quadro dell’Unione Europea. Il meccanismo di assegnazione dei fondi del Miur è basato su precisi principi guida: l’alto profilo scientifico del coordinatore nazionale e dei responsabili di unità operativa; l’originalità, adeguata metodologia, impatto e fattibilità del progetto di ricerca; la finanziabilità dei progetti in ogni campo di ricerca; un adeguato sostegno finanziario garantito dal Miur. 
Si è spesso sostenuto che il V sec. a.C. e il Rinascimento inglese rappresentano due epoche di riferimento per il teatro occidentale. Il dramma greco giunge in Inghilterra attraverso edizioni ampiamente diffuse nel continente, sia monolingui (greco o latino) che bilingui (greco e latino), così come in traduzioni vernacolari e riscritture (in particolare in italiano e in francese). Il dramma romano antico costituisce un'altra fonte importante per la costruzione di un immaginario legato all’idea di antichità classica. Tuttavia, sebbene sia opinione comune che il teatro greco antico e il teatro elisabettiano rappresentino la culla del teatro occidentale, la critica non ha ancora del tutto chiarito come il primo abbia influenzato il secondo, orientandone lo sviluppo. Mentre numerosi sono gli studi dedicati alla diffusione del mito classico nelle opere dei maggiori scrittori della prima età moderna (sia drammaturghi che poeti), scarsa è a oggi la nostra conoscenza dell’effettiva presenza del dramma classico nella cultura performativa e nella tradizione editoriale dell’Inghilterra protomoderna. Ciò che deve ancora essere compreso è quanto il dramma e i miti greci siano realmente penetrati nella cultura dell’epoca partecipando a processi di confluenza con tradizioni autoctone, come quella medievale, anche attraverso la mediazione di modelli latini e delle loro traduzioni rinascimentali.
Lo scopo del progetto è di colmare questa lacuna, producendo studi sulla trasmissione di materiale fabulistico di origine soprattutto greca e sul suo impatto sulla nascita del concetto di ‘moderno’ in epoca Tudor e giacobiana. Non si concentrerà su Shakespeare e su altri importanti drammaturghi coevi, con l’unica eccezione di John Fletcher, i cui ‘drammi romani’ costituiranno un case study per la disamina dell’eredità classica, a oggi sottovalutata, nel dramma del primo quarto del XVII secolo. Il progetto si focalizzerà su corpora di testi non ancora studiati in modo sistematico, che possano testimoniare l'effettiva diffusione del dramma classico su suolo inglese tra l'inizio del XVI secolo e la fine dell'età giacobiana, epoca in cui se ne inizia a percepire un declino. A tal fine, sarà condotta un'indagine sulla presenza dei testi classici presso la Corte di Elisabetta, anche tenendo conto dell’impatto del latino sullo sviluppo della lingua inglese.
Il progetto prevede la creazione di tre archivi digitali open-access: 1) GEMS (Greek and Latin Drama on the Early Modern English Stage) aiuterà a rispondere a quesiti come: perché Eschilo, Sofocle ed Euripide circolarono in greco, latino e inglese in tempi diversi, e quale fu il loro impatto sulla cultura coeva grazie alla mediazione senecana, ma anche indipendentemente da quella; quali furono le tragedie preferite e perché; perché Plauto divenne uno degli autori prediletti fin dall'inizio del XVI secolo, o perché un’edizione greca degli [H]Ippeis di Aristofane fu pubblicata nel 1593 e il Plutus fu messo in scena a Cambridge, apparentemente per vari anni, agli inizi del XVII secolo. Tutto questo ci aiuterà a comprendere l'influenza che l'eredità classica ha avuto sul teatro inglese. 2) EMEC (Early Modern English Choruses) integrerà GEMS presentando un corpus di drammi inglesi con cori, databili dal 1561 alla fine dell'età giacobiana; 3) EMEGA (Early Modern English Grammars Archive) offrirà un archivio ricercabile di grammatiche inglesi e latine, rendendo disponibile uno strumento chiave per la comprensione dei processi di traduzione in atto nella trasmissione di testi classici.
A tal fine, il progetto:
1) si concentrerà su un corpus di testi primari diffusi all’epoca in Inghilterra, tra cui edizioni in greco e in latino, traduzioni in latino, traduzioni in inglese e riscritture; questi testi si potranno consultare liberamente online, e si potranno così esplorare le relazioni intertestuali tra le fonti testuali, le traduzioni, gli adattamenti, le riscritture, così come i relativi documenti storici; questo sarà il primo database relazionale open-access, completo, sull'argomento; 
2) produrrà studi critici sui processi di trasmissione del dramma classico, sulla sua diffusione, rappresentazione e assorbimento da parte del teatro inglese. In particolare, l'analisi si concentrerà su: (a) la ricezione, l'edizione, la traduzione e l'adattamento di opere teatrali greche e latine; (b) la loro influenza sul teatro rinascimentale inglese, anche in termini di forme drammatiche mutuate e reinventate (es. il coro, il prologo, l'epilogo, ecc.). 
Il progetto richiederà: (1) l'identificazione e l'analisi filologica delle edizioni; (2) lo studio dei processi di traduzione e di adattamento dei testi, con particolare attenzione alla loro destinazione (per la lettura o per la messa in scena); 3) l'indagine sull'impatto delle edizioni e/o traduzioni del teatro classico e della cultura teatrale europea nella cultura inglese, attraverso la diffusione di testi teatrali italiani e francesi. A tal fine, il team adotterà un approccio comparato che integrerà competenze di filologia classica, di teatro greco e inglese, nonché di filologia digitale, bibliografia testuale, linguistica, semiotica del teatro, oltre che di performance e translation studies.
 
 
 
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